Questo post è nato da una chiacchierata con Eugene, e abbiamo pensato di approfondire la questione e condividere la mia esperienza e il mio punto di vista con i lettori di ScrivoFacile. La nostra chiacchierata verteva sull’annosa questione del rapporto tra autori self e librerie fisiche.
È un dato di fatto che nelle librerie fisiche, sia quelle indipendenti ma soprattutto nelle grandi catene, ci sia poco spazio per l’auto-editoria. Ed è altrettanto vero che gli autori self hanno spesso rinunciato a vedere i propri libri tra gli scaffali di una libreria, non ci provano nemmeno o investono poche energie per questo canale di vendita.
Molti autori autopubblicati sottovalutano il potere di vendita e di promozione delle librerie.


Perché gli autori self sottovalutano le librerie fisiche?


Si pensa che Amazon e gli store online bastino. Amazon è il più grande rivenditore online di libri, ha una distribuzione capillare che può raggiungere tutti gli angoli d’Italia e potenzialmente del mondo. Molti pensano che non valga la pena spendere energie (cioè tempo e soldi) per cercare di essere presenti in poche librerie sparse per la penisola, il cui bacino di pubblico è strettamente locale, quando con gli store online come Amazon e Ibs si può essere presenti ovunque.


Molti autori self temono che senza una adeguata promozione, il loro libro finirà su uno scaffale insieme ad altri mille (perché la vetrina, gli stand e i “posti in prima fila” sono riservati ai best seller) e il fatto che sia sullo scaffale non significa che la gente lo veda e ne sia attratta.


È opinione diffusa che i librai siano generalmente ostili al self publishing, quindi le possibilità che accettino un libro autopubblicato sono minime.


Invece…


Ci sono moltissime persone che, nonostante Amazon, continuano a comprare i libri in libreria. Magari perché non sono avvezzi allo shopping online, o piuttosto perché, almeno quando si tratta di comprare libri, preferiscono andare in libreria e lasciarsi ispirare e consigliare: il rapporto umano con i librai è importante per molti lettori ed è qualcosa che Amazon non potrà mai sostituire. Questi lettori esistono e sono tantissimi (in Italia sono ancora la maggior parte), ed è un peccato non provare a raggiungerli.



Inoltre Amazon vende di tutto: ciabatte, tarallucci, caricabatterie, sex toys e anche libri. Una libreria invece vende soltanto libri. Chi entra in libreria è perché vuole proprio comprare un libro, e questo significa che è un canale di vendita molto specifico con un tasso di conversione molto alto.


La promozione in libreria c’è eccome: è fatta dagli stessi librai. I librai sono i veri influencer di libri, li leggono, conoscono i propri clienti e sanno consigliare il libro giusto alla persona giusta (soprattutto quelli indipendenti). Se un libraio crede nel tuo libro e lo apprezza, lo consiglierà ai suoi clienti, soprattutto a quelli più in target.


Non tutte le librerie sono ostili al self-publishing. In generale i librai sono ostili ai libri fatti male, e sanno che nell’auto-editoria il rischio di trovarsi tra le mani un prodotto amatoriale, approssimativo e poco curato nella forma e nella sostanza. Ma se hai modo di dimostrare che invece il tuo libro è professionale, curato, editato e della stessa qualità dell’editoria tradizionale, potresti rimanere sorpreso dalle risposte positive da parte delle librerie.



La mia esperienza con le librerie fisiche


Per promuovere il mio libro Cemetery Safari ho puntato sin da subito sulle librerie fisiche, ma soprattutto sui librai. Ho contattato molte librerie indipendenti, sia in Toscana, dove vivo, sia in altre regioni facili da raggiungere o dove avevo un appoggio, e ho chiesto una presentazione e la possibilità di fare conto-vendita.
Ho messo subito in chiaro che si trattava di un self-publishing e che era stato curato da dei professionisti (editor, illustratrice, impaginatore e stampato in tipografia).


Alcune librerie mi hanno detto di no, ma molte invece hanno voluto valutare il mio libro e nella maggior parte dei casi questo ha portato a una risposta positiva. Tra quelle che hanno accettato il conto-vendita, alcune hanno venduto davvero molte copie, e continuano a venderle regolarmente nel tempo.
Ad alcuni librai è piaciuto così tanto che hanno deciso di mettere il mio libro in vetrina, accanto a grandi nomi. Inoltre tramite loro ho ottenuto contatti con altre librerie, e grazie a un libraio ho ottenuto una proposta interessante da una casa editrice.


Quindi ho ottenuto non solo vendite, ma anche molta promozione e nuove opportunità.


I miei consigli per far arrivare il tuo libro in libreria


Premessa: do per scontato che il tuo libro sia ben scritto, editato e con una copertina degna, insomma, che sia un libro di qualità pari a quella dell’editoria tradizionale. Sennò lascia stare.


Non mandare email a tappeto a tutte le librerie indistintamente, fai una selezione. Punta sulle piccole librerie indipendenti che fanno regolarmente eventi e presentazioni, in particolare in quelle specializzate nella tua nicchia (librerie per bambini, di viaggio, ecc.) e naturalmente valuta anche la posizione sul territorio se vuoi una presentazione. Soprattutto cerca di capire se una libreria è davvero adatta al tuo libro.



Non snobbare le librerie delle piccole cittadine di provincia. Anche se hanno un bacino di utenti più piccolo rispetto a quelle delle grandi città, spesso hanno un pubblico più affezionato e meno concorrenza.


Offri sempre di mandare una copia gratis perché possano valutare la tua proposta. E manda una copia cartacea, i librai non vogliono solo leggere il testo, ma anche valutare la qualità di stampa.


Offri una percentuale sulle vendite equa per il libraio. Le librerie indipendenti non fanno certo i milioni a vender libri, hanno un margine di guadagno minimo, ed è giusto offrire loro un equo compenso per la loro attività di promozione e vendita delle tue copie. Di solito la percentuale che ricevono con l’editoria tradizionale è del 30% quindi non offrire meno di questo.


Questo è tutto, spero di esserti stata utile e di aver stimolato una discussione interessante sulla questione del self-publishing nelle librerie. Adesso sono curiosa di sapere cosa ne pensi tu, fammelo sapere con un commento!



Claudia Vannucci è una storica dell’architettura, una guida turistica di Firenze e una travel blogger professionista su viaggiverdeacido.com. Il suo primo libro si intitola Cemetery Safari, e racconta tutti i cimiteri che ha visitato durante i suoi viaggi.


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6 Responses

  1. Articolo non solo ben scritto, ma anche interessante e condivisibile su più punti. Io stessa come scrittrice arrivo da più esperienze, sia con editori tradizionali che in self publishing. Non mi sono mai fatta frenare dai librai a quest’ultimo contrari, anche e soprattutto perché proprio da uno di questi, ho ricevuto il beneficio più importante, lasciandogli una copia del mio CORPI RIBELLI RESILIENZA TRA MALTRATTAMENTI E STALKING (un manuale contro la violenza sulle donne, ben scritto, ben stampato – anche se in digitale – con una copertina d’impatto) e cioè mi ha messa in contatto con una psicologa che tratta le vittime di violenza domestica con la quale realizzammo un evento in spazio pubblico torinese, partecipatissimo. Ed è solo uno degli innumerevoli esempi. Continuiamo così, a fronte alta. Grazie!

    • Di solito si acquistano su ordinazione. Il cliente va dal libraio e chiede espressamente di un certo libro. Ovvio che poi il libraio deve effettuare una maggiorazione sul prezzo.

  2. Un libraio indipendente a cui ho proposto un libro auto-pubblicato (su Amazon) in conto vendita mi ha detto che non possono accettarlo perchè il sottoscritto (autore) non può emettere fattura sul ricavo (in percentuale) sulla vendita. Ma è davvero così?
    Grazie

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