Forse non lo sai, ma molti autoproclamati guru del self-publishing hanno un vizietto quando si tratta di dimostrare quanto sono bravi coi loro ads e appiopparti un bel corso da centinaia di euro. 
Il vizietto di rivelare dati incorretti. Che ciò sia fatto apposta o per incompetenza varia da soggetto a soggetto, ma il punto è che devi imparare a riconoscere le cose per come stanno.



Nel caso che voglio sottoporti oggi si tratta di qualcosa di simile, ma non uguale.
Il noto sito di BookBub, molto usato dagli autori anglosassoni per pubblicizzare tramite i BookBub Ads i loro libri in tutto il mondo (mi dispiace ma non è ancora disponibile per il mercato italiano!), ha condiviso recentemente tramite la propria newsletter un articolo su un’autrice che ha venduto 10.000 copie grazie ai BookBub Ads durante il lancio del suo ultimo libro.




Addentriamoci nella faccenda e analizziamo i dati. 
Ciò che sappiamo con certezza, in quanto viene esposto nell’articolo, è che:


  • sono state vendute 10.000 copie
  • le impressioni dei BookBub Ads (più di uno) sono state in totale 73.000 in due mesi e mezzo
  • non sappiamo il numero di click, ma l’inserzione migliore aveva un CTR del 6,5% (cioé la proporzione dei click ricevuti in base alle impressioni)


Ora, i BookBub Ads funzionano un po’ come i Facebook Ads o gli Amazon Ads. L’autore Robert Ryan, parlando della faccenda in un post su internet, ipotizza che, generalizzando tale CTR per tutti gli ads, si arriverebbe a un massimo di 4745 click.



Se prendiamo un tasso di conversione (vendita attuale) del 10% (già alto) arriviamo a 474 vendite effettive.


Dato che si tratta di una serie di due libri consideriamo, mooooolto ottimisticamente, un RTR del 100%. Ciò significa che tutti quelli che hanno letto il primo acquistano anche il secondo. Ciò ci conduce a 948 copie vendute. Non diecimila.



Se continuiamo la nostra ipotesi più ottimistica, diciamo che grazie ai BookBub Ads la visibilità della serie sia aumentata e abbia di conseguenza quadruplicato le vendite (quindi includendo delle vendite organiche). Arriviamo solo a 3792.



Che cosa significa tutto ciò?



E’ indubbio che quei BookBub Ads abbiano performato bene, come lo è il fatto che è proprio nell’interesse di BookBub menzionare la cosa.
Ma c’è altro da tenere in considerazione, un fattore che nell’articolo passa agilmente in secondo piano.


Questa autrice ha una fanbase. Ed è ampia perché ha già pubblicato in totale ben 28 libri.
Inoltre, trattandosi di un lancio, quasi sicuramente non si sarà affidata soltanto ai BookBub Ads. Magari ha usato la sua mailing list, ha fatto promozione di gruppo con altri autori tramite newsletter, ha usato Facebook Ads e Amazon Ads, eccetera (se non sai di cosa parlo clicca qua).



Quindi arriviamo alla lezione di oggi: mai attribuire tutte le vendite alle sole inserzioni a pagamento. Le variabili in gioco sono sempre molteplici.

Ciò non solo ti è utile per giudicare le affermazioni altrui, ma anche per valutare al meglio i tuoi Amazon Ads e Facebook Ads (sono link ai miei post precedenti sull’argomento).



Trovi l’articolo (in inglese) qui.


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